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Libri Cristiani


IL PAESE CHE AMO DI PIÙ


di Oswald J. Smith






Capitolo 7: Domanda da cui dipende la tua sorte







1. Una domanda fondamentale

1.a Anche tu devi farti questa domanda

2. Una sola alternativa

3. Su che si basa il Giudizio di Dio?

4. Perchè molti uomini periranno?

5. Che cosa ho fatto?

6. Un uomo dal cuore gentile

7. Rifiutò il perdono

8. Il tuo nemico

9. Senza Gesù

10. Le due madri

11. La tua decisione




1. Una domanda fondamentale

Se hai con te la Bibbia, leggiamo assieme nel Vangelo di Matteo i versi 15-26 del capitolo 27.

«Or ogni festa di Pasqua il governatore soleva liberare alla folla un carcerato, qualunque ella volesse. Avevano allora un carcerato famigerato, di nome Barabba. Essendo dunque
radunati, Pilato domandò loro "Chi volete che vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo?" Poiché egli sapeva che glieLo avevano consegnato per invidia.

Or, mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: "Non aver nulla a che fare con quel Giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno a cagion di Lui".
Ma i capi sacerdoti e gli anziani persuasero le turbe a chiedere Barabba e far perire Gesù. E il governatore prese a dir loro "Quale dei due volete che vi liberi?" E quegli dissero: "Barabba". E Pilato a loro: "
Che farò dunque di Gesù detto Cristo?" Questi risposero: "Sia crocifisso!"
"Ma pure - riprese egli - che male ha fatto?"
Ma quelli vieppiù gridavano: "Sia crocifisso!"»

«E Pilato, vedendo che non riusciva a nulla ma che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua e si lavò le mani in presenza della moltitudine, dicendo: "Io sono innocente del sangue di questo Giusto; pensateci voi".
E tutto il popolo, rispondendo, disse: "Il Suo sangue sia sopra noi e sopra i nostri figliuoli". Allora egli liberò loro Barabba; e, dopo aver fatto flagellare Gesù, Lo consegnò perché fosse crocifisso».

«Che farò dunque di Gesù detto Cristo?»

Aveva fatto tutti i tentativi per liberare dalla ferocia di quel popolo Chi riteneva innocente. Alla fine aveva pensato di portar fuori Gesù e Barabba e, rivolto alla folla, aveva esclamato: «Quale dei due volete che vi liberi?». La turba, eccitata dai sacerdoti, aveva gridato che preferiva Barabba.

Ecco allora la domanda di Pilato: «Che farò dunque di Gesù detto Cristo

E con queste parole voleva dire: «Avete preferito Barabba, criminale, a Gesù, innocente; ora io non so che cosa debbo fare. Contro di Lui non ho trovato nulla di male. Che cosa
ne farò?»

1.a Anche tu devi farti questa domanda

Anche tu devi prendere una decisione nei confronti di Gesù.

Pilato cercò di declinare la propria responsabilità; disse che non voleva decidere la sorte di quel Giusto e che i Giudei dovevano prenderLo e portarLo via, giudicandoLo da se stessi.

Essi risposero che non avevano l'autorità di farlo; sapevano di essere stati privati da Roma della facoltà di condannare a morte una persona, ed era proprio quella la condanna che volevano dare a Cristo.

Dalle loro parole Pilato apprese che Gesù era del territorio di Erode e allora pensò di liberarsene mandandoLo a quel re.

Immaginiamoci Pilato che incrocia le braccia e dice: «Oh, finalmente ho trovato il modo di non immischiarmi in ciò che riguarda quest’Uomo; Egli sarà giudicato ed eventualmente condannato da Erode e non da me».

Forse non era troppo persuaso di non commettere alcuna colpa, perché poco dopo si fece portare un catino d’acqua e, davanti a quella turba inferocita, si lavò le mani, dicendo: «Io non sono responsabile di quel che farete a questo innocente».

Anche il suo cuore pagano dovette sentirsi commosso quando vide Gesù trascinato via in mezzo a quella folla eccitatissima.

Una leggenda racconta che Pilato si trovi nel più profondo dell’inferno e che si lavi continuamente le mani in un bacino d’acqua. Di tanto in tanto le guarda e le vede ricoperte di sangue. Le immerge di nuovo, le strofina vigorosamente, ma quel sangue e sempre li. Allora, disperato, grida: «Ma non saranno mai monde?»

«No! Pilato, le tue mani sono macchiate del sangue del Figlio di Dio e nessun’acqua di questo mondo potrà lavarle!»

Immagina che Pilato fosse, ora, qui vicino e me. Che cosa farebbe? Che farebbe se dovesse decidere la sorte di Cristo?

Sappi che Pilato è vivo ancora oggi. Non e più su questa terra, ma è vivo. Sono 2000 anni che pensa a quel che fece in quel lontano giorno in cui non prese una decisione buona, non difese Gesù, non fu giusto.
Mai potrà dimenticare quel giorno; mai potrà dimenticare il suo gesto.

Che cosa direbbe, dunque, se fosse qui vicino a me?

Direbbe che ormai per lui è troppo tardi; che la decisione doveva essere presa tanti, tanti anni fa; oggi la buona decisione non gli servirebbe a nulla; egli è perduto per tutta l'eternità.



Per te c’è ancora le possibilità di una buona scelta. Sei ancora in vita e puoi decidere ancora:
«Che cosa farai di Gesù detto Cristo?»



Dalla risposta dipenderà il tuo destino eterno.

2. Una sola alternativa

C’è una sola alternativa: accettare o rifiutare Gesù.

Anche per Pilato c'era una sola alternativa: lasciare libero o crocifiggere Gesù.

Pensi, forse, che potrebbe esserci une via di mezzo? NO!

Ascolta: ho qui nelle mie tasche un bel dono per te. Finché non sai nulla del mio dono, potresti anche restare indifferente, ma quando tiro fuori il dono, devi agire: o lo accetti o lo rifiuti.

Quando non conoscevi il Signore Gesù Cristo, non eri tenuto e prendere una decisione nei Suoi confronti, ma ora che Lo hai conosciuto non sei più libero: devi accettarLo o rifiutarLo.

Proprio come avvenne per Pilato.

3. Su che si basa il Giudizio di Dio?

Dio ti giudicherà in base alle decisione che avrei preso.

Immagina che questa sera tu non prenda una decisione: in tal caso rifiuti Gesù, però affermi che la prossima domenica deciderai di accettarLo.
Se non arrivassi a domenica prossima, Dio ti dovrebbe giudicare e
quale sarebbe le base del Suo giudizio? La decisione di questa sera o quella che prenderesti domenica prossima nel caso che fossi ancora in vita?

Senza dubbio saresti giudicato per la decisione di questa sera.
É dunque la decisione che prendi adesso quella che conta.



Nel Giorno del Giudizio, quando sarai davanti al tribunale divino, sentirai rivolgerti la domanda:
«Che cosa hai fatto del mio Figliuolo

Non potrai rispondere:
«Signore, io sono stato religiosissimo; ho fatto del bene; ho adempiuto tutti i miei doveri; non sono mancato mai ai servizi di culto».

Il Signore potrebbe dirti:
«Non ho chiesto nulla della tua vita e della tua condotta; ho chiesto solo: Che cosa hai fatto del Mio Figliuolo

Anche se tenterai di dire che Lo hai ritenuto il Figliuolo di Dio, la migliore Creatura del cielo e della terra, sentirai risponderti:
«Ma io non ti ho chiesto che cosa hai creduto, pensato o insegnato di Lui: voglio sapere solo che cosa ne hai fatto. Lo hai accettato come tuo Salvatore o Lo hai rigettato

Forse, allora, non saprai che cosa rispondere perché hai trascurato di prendere una decisione, ti sei lavato le mani come Pilato.

Sarà una cosa terribile, sarai eternamente perduto.

E questo non per ciò che hai fatto, ma per quello che non hai fatto; per la decisione che non hai preso quando eri ancora in tempo.

4. Perchè molti uomini periranno?

Se gli uomini non periscono a causa delle loro colpe, per quale motivo, dunque, periscono?

Penso ad una giovane donna malata. Era molto grave e già allettata da tempo. Ella era membro esemplare della comunità.
Durante la malattia le accadde un fatto stranissimo che trasformò il suo cuore. All’improvviso cadde in un sonno profondo e le sembrò di essere già morta e davanti all’angelo Gabriele che stava esaminando il Libro della vita per trovare il suo nome.

Dopo qualche tempo, con la più profonda tristezza sul volto, l’angelo si volse alla donna e le disse:

«Il vostro nome non c’é».

«Come?! - esclamò ella atterrita - Ma guardate meglio, deve esserci sicuramente; non ho nulla da rimproverarmi».

L’angelo tornò a guardare con maggiore attenzione, ma, levando gli occhi dal Libro:

«Purtroppo, non c'é!» disse.

«Perché non c'é?», chiese ella disperata. «Che ho fatto di male?»

«Non c'é -rispose l`angelo - non perché avete fatto qualche cosa di male. ma perché avete trascurato la vostra salvezza. Non avete accettato Gesù come vostro personale Salvatore».

La donna si destò spaventata; sebbene gravissima si gettò in ginocchio sul pavimento e, per la prima volta in vita sua, aprì a Gesù la porta del suo cuore. Fece di Lui il suo personale Salvatore.

5. Che cosa ho fatto?

Caro amico, immagina di essere già morto e di trovarti alla presenza di Dio.

«Andate via da me!»
Saranno le terribili parole che usciranno dalle labbra divine. Esse saranno dirette a te.

«Ma, Signore - dirai tutto tremante - che cosa ho fatto?»
«Non hai fatto nulla di male, - ti dirà Egli - ma non ti sei curato affatto della salvezza che ti ho offerto tante e tante volte. Tutti i giorni della tua vita terrena lo Spirito Santo ti ha offerto tante opportunità e tu non ti sei degnato di accettarle. Il Mio Figliuolo si è dato per te e tu non hai riconosciuto il Suo sacrificio. Il banchetto nuziale è stato sempre preparato e pronto per te, e tu, sebbene affamato fino a morire di inedia, non vi hai preso parte. Tu sei fuori, perché non sei voluto entrare. La misericordia ti e stata offerta un’infinità di volte, ma tu l’hai sempre rifiutata sdegnosamente; l’hai sempre disprezzata. Ora sei perduto; sei perduto eternamente perché non hai voluto essere salvato».

Amico carissimo. sei ancora in tempo. Grazie a Dio, sei ancora in vita, sei ancora nella possibilità di prendere una decisione; per te non é ancora troppo tardi. Potrebbe esserlo domani, e anche da qui a mezz’ora.

Accetta adesso; apri subito il tuo cuore a Gesù. Lo farai? Ti riconcilierai con Dio? «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato» (Atti 16:31).

Perché, dunque, gli uomini periranno?

Lasciamo la risposta al Signore:
«Chi crede in Lui non é giudicato; chi non crede é già giudicato, perché non ha creduto nel Nome dell’Unigenito Figliuolo di Dio»

Ecco dunque la risposta:
«Chi non crede é già giudicato».

É questa la ragione per cui gli uomini saranno condannati.

Non saranno condannati per quel che hanno fatto, ma per quel che non avranno fatto.


Non sarai perduto perché hai commesso dei peccati; perché sei stato un ladro o un assassino. Dio può perdonare tutti i peccati.

Sarai condannato solo per aver rifiutato ostinatamente di accettare Gesù come tuo Salvatore.

Se non accetterai Gesù, per te non ci sarà alcuna possibilità di salvezza.

É scritto che lo Spirito Santo convincerà gli uomini di peccato, cioè del peccato d’incredulità.

«Quanto al peccato, perché non credono in Me», disse Gesù ai discepoli (Giovanni 16:9).
«Chi crede in Lui non è giudicato».

Nota che il passo non dice: "Chi sarà buono; chi sarà membro di questa o quella Chiesa; chi avrà fatto questo o quello, ma «Chi crede in Lui»".

«Chi non crede in Lui, invece, e già giudicato».
Perché? «Perché non ha creduto nel nome dell’Unigenito Figliuolo di Dio» (Giovanni 3:18).

É il peccato d’incredulità la vera causa della condanna degli uomini.

L’incredulità é il grande peccato che Dio stesso non può perdonare.

Dio ti ritiene colpevole di aver rifiutato ostinatamente il Suo divin Figliuolo.

Tutta la predicazione degli apostoli aveva per oggetto questo grave peccato; essi rimproveravano ai Giudei di aver rigettato e di aver crocifisso il Figliuolo di Dio.

Non credendo, anche tu farai parte dei crocifissori e sarai condannato.

Vorrai perseverare nella tua incredulità; vorrai crocifiggere Gesù?


Forse non sei ancora persuaso, poiché sai che nella tua vita non ci sono state gravi colpe e non puoi credere di essere condannato solo per non aver accettato Gesu come Salvatore.

Ascolta:

6. Un uomo dal cuore gentile

Forse, conosci un uomo gentilissimo, amato e stimato da tutti proprio per la sua cortesia e bontà. É pieno di riguardi per gli amici ed i bisognosi; tratta con amore i genitori e non trascura i propri doveri verso la famiglia.

Un giorno, però, quest’uomo percuote selvaggiamente la moglie e la lascia tramortita a terra. Viene arrestato e si ascoltano centinaia di testimoni.
Tutti sono concordi nell’attestare la sua cortesia e la sua bontà.

«É pieno di bontà con tutti. É un uomo davvero esemplare», dicono essi. «Sappiamo che ha fatto del bene ad amici e nemici. I genitori, i figli e le figlie sono orgogliosi di lui. Nessuno può lamentarsi».

«Va benissimo, - dice il giudice - ma io non voglio sapere come quest’uomo si sia comportato con gli altri: debbo giudicarlo per quel che ha fatto alla moglie. Tutto il resto non m’interessa».

Nessuno dei testimoni può dire nulla a sua discolpa: verso la moglie era stato crudelissimo e venne condannato severamente.

Chi potrebbe dire che il giudice emise una sentenza ingiusta?

Amico carissimo, è la tua relazione con Cristo quella che conta davanti al Tribunale di Dio; la tua bontà verso tutti, la tua rettitudine non ti esimono dal più grande dei tuoi doveri che è quello di accettare il Figliuolo di Dio.

La tua gentilezza verso tutti, potrebbe giustificare o sostituire la mancanza di gentilezza verso Gesù, che hai costretto a bussare inutilmente alla porta del tuo cuore?

Ti sembra possibile un’assoluzione per te?

La Bibbia è Parola di Dio; quindi non puoi sperare davvero di essere assolto. Tutti gli altri peccati sono un nulla in confronto al gravissimo peccato che commetti rigettando il Figlio di Dio.

7. Rifiutò il perdono

Pensi forse che tutto ciò non sia giusto. Ascolta:

In una città dell’America c’era un giovane che mai aveva commesso la minima azione riprovevole. Era buono, cortese e generoso, ma un giorno, mentre giocava con alcuni amici, perse il controllo dei propri nervi e colpì duramente uno di essi. Dopo qualche tempo questi morì.
Il giovane venne processato e condannato a morte.

Erano tutti dolenti per la sua triste sorte. In considerazione della condotta precedente e del carattere buonissimo, si raccolsero molte firme per implorare la grazia dal Governatore. Questi accettò la lista interminabile, la esaminò attentamente e decise di concedere la grazia.

La scrisse di proprio pugno e se la pose in tasca. Prima di consegnarla, però, volle vedere il giovane. Si vestì da ministro di culto e si avviò alla prigione. Il giovane era nella cella della morte. Quando vide costui, che riteneva un altro ministro:

«Fuori, fuori, di qui!», cominciò a gridare. «Non voglio vedervi, si sono già presentati altri sette come voi».

«Caro giovane, - disse amorevolmente il Governatore - io ho una cosa importantissima per voi; lasciatemi entrare».

«No! Andatevene!», gridava. «Andatevene o vi faccio gettare fuori dalla guardia!».

«Se mi fate entrare - insisteva il governatore - e se lasciate che vi parli, sarete felicissimo, perché ho per voi la notizia più bella che possiate immaginare».

«No! Andatevene!» - gridava fuori di sé il giovane - «Andatevene o chiamo il custode!»

«Va bene - disse il Governatore - state calmo, me ne vado».

Ed uscì con tanta tristezza nel cuore.

Appena allontanatosi, si avvicinò al giovane una delle guardie del carcere.

«Ho visto entrare il Governatore; ti ha dato nulla di buono?»

«Chi?!», fece il giovane meravigliato.

«Il Governatore. Quello vestito da ministro di culto era il Governatore ed aveva per te la grazia» rispose la guardia.

«Presto, presto, - si mise a gridare egli - datemi carta e inchiostro!»

«Egregio Signor Governatore, - scrisse - chiedo scusa per quanto è accaduto pochi minuti fa. Sono proprio dolente...».

Il Governatore ricevette la lettera. Prese un bigliettino e rispose queste sole parole:
«Il caso non m'interessa più».

Arrivò il giorno dell’esecuzione capitale. Fu chiesto al giovane se avesse da dire qualche cosa.
«Si - rispose - dite a tutti che io muoio non per il delitto che ho commesso: il Governatore della città mi aveva concesso la grazia; io muoio per aver rifiutato quella grazia».

Mio caro amico, se sei perduto, lo sei non per i peccati che hai commesso, ma perché non hai accettato il perdono che Dio ti ha concesso mediante il Suo Figliuolo Gesù.

Se rifiuti la salvezza che ti viene offerta con tanta generosità, è giusto che tu muoia.

8. Il tuo nemico

Pensi ancora che Dio sia ingiusto nel condannare chi rifiuta di accettare come Salvatore il Suo divin Figliuolo?

Ascolta. Tu hai un nemico che ti ha fatto tutto il male possibile. Egli ti odia e maledice anche il terreno sul quale poggi i piedi. Per colpa sua è andata distrutta la tua casa e la tua famiglia ha sofferto moltissimo. Vorrebbe vederti finito, completamente finito.
Col tempo le cose cambiano: tu ti rimetti del tutto e lui impoverisce. É affamato e nudo. Tu dimentichi tutto; vai in cerca di lui e lo porti a casa tua. Gli prepari una bella tavola calda per farlo ristorare, poiché vedi che sta morendo di fame. Lo preghi di prendere qualche cosa, di servirsi come vuole, ma egli non muove una mano, non prende nulla.

All`improvviso. si piega su se stesso e spira davanti alla tavola apparecchiata.

Perché è morto il tuo nemico? Chi ha colpa della sua fine?

Egli doveva solo accettare la tua bontà e prendere il ristoro che gli avevi preparato. Non ha voluto farlo ed è morto.

È stato egli stesso a scegliere la morte. Tu lo hai trattato con tanta bontà, lo hai spinto a cibarsi, egli non ha voluto farlo.


Sono stato chiaro? Sei disposto ora ad ascoltare il messaggio di Dio? A ricevere il Dono della salvezza che Egli ti offre? A credere nel Signore Gesù Cristo?

Credi che Gesù é morto per i nostri peccati e che solo per mezzo Suo possiamo essere salvati?

Vuoi riconciliarti con Dio, avvicinandoti a Lui come un povero peccatore bisognoso della Sua misericordia?

Ecco davanti a te la Via, l’unica Via: «Credi nel Vangelo; accetta Gesù come tuo personale Salvatore».

9. Senza Gesù

Lascia che faccia un piccolo cambiamento nella domanda che rivolse Pilato ai Giudei: «Che farò io senza Gesù?».

Che cosa farai tu senza di Lui, al momento della morte?

Sei mai arrivato a quell’istante in cui basta un altro passe per piombare nell’eternità? Nel caso affermativo, come ti sei sentito in quel momento?

Eri pronto ad affrontare da solo l’ultimo tuo nemico?

Per nessuna cosa al mondo vorrei scendere nel regno della morte senza la compagnia del mio Gesù.

Che cosa farai il Giorno del Giudizio se Gesù non sarà dalla parte tua?

Come sarà terribile trovarsi davanti al Tribunale divino senza un bravo avvocato!
Voglio avere al mio lato Uno che sappia difendermi, che sappia perorare efficacemente la mia causa.

Che cosa farai senza Gesù per tutta l'eternità?

Di qui a mille, duemila, centomila anni tu esisterai ancora. Hai davanti a te un’eternità che dovrai passare con Gesù o senza Gesù.

Che farai senza Gesù nel momento del dolore?

Forse sei ancora giovane e il dolore non ti avrà colpito molto duramente, ma devi aspettarti la tua parte di amarezze: la vita non risparmia nessuno.
Pensi che ti sarà facile sopportare da solo il dolore? È necessario avere vicino un amico; e quale amico sarà migliore di Gesù?

10. Le due madri

A 18 anni ero missionario fra i Pellirossa. Vivevo solo e sperduto in un luogo presso l’Alaska, a circa 4.000 miglia da casa mia. In quel tempo morì il figlioletto di una donna del luogo. Il piccino fu sepolto nella foresta nera, sulla riva del Pacifico.
La madre era presente mentre veniva scavata la fossa. All'improvviso, cominciò ad urlare come impazzita dal dolore. Si tirava i capelli; si stracciava le vesti; imprecava e malediceva tutto e tutti. Le sue grida si sentivano a miglia e miglia di distanza.

Qualche tempo dopo morì un altro bambino. Era figlio di una cristiana del luogo. Io presi fra le braccia il cadaverino e lo portai a seppellire. I Pellirossa mi seguivano silenziosi, come sogliono fare in simili circostanze. La madre era in mezzo a loro. Scavammo la piccola tomba e vi deponemmo il corpicino. Mentre lo ricoprivamo di terra, la madre era lì, a lato del sepolcro. Piangeva silenziosamente.

Terminato il rito funebre, la donna tornò alla sua capanna sempre piangendo, ma senza tirarsi i capelli o urlare scompostamente.

Perché questa differenza tra le due donne? Amavano entambe il loro piccino, ma una si mostrava capace di sopportare il grande dolore, l’altra no. Perché, dunque questa forza diversa nelle due madri ?

Perché la prima era pagana. Ella non conosceva Gesù. Guardava il cadavere del suo bambino e gridava: «Piccolo mio, non ti vedrò mai più!».

L’altra, invece, era cristiana; era fedele. Conosceva Gesù, e la speranza della resurrezione sollevava il suo cuore materno.
"Il mio piccolo non tornerà più a me, - pensava - ma io andrò a lui".

Ella sapeva che il Buon Pastore aveva preso un agnellino del Suo gregge e ne avrebbe avuto cura finché non si sarebbe riunito alla madre nell’eternità.

È sempre così: tutte le volte che ho tenuto un servizio funebre ho potuto notare che quelli che conoscono Cristo sopportano il proprio dolore, nella speranza di una eterna riunione con la persona cara che è morta; mentre quelli che non hanno alcuna speranza si agitano sotto la morsa del dolore e arrivano a pensare anche al suicidio per sottrarsi ad esso.

Non so proprio come potresti sopportare i dolori della vita, se Gesù non fosse nel tuo cuore.

11. La tua decisione

«Che farò dunque di Gesù detto Cristo?» (Matteo 27:22).

Ma, caro amico, la domanda che devi farti ora non è questa, ma piuttosto: «Che cosa farà di me Cristo?»

Che cosa farà di te Cristo?

«Esattamente quello che tu oggi farai di Lui» posso risponderti.

Caro amico, devi prendere una decisione; devi fare qualche cosa. Devi decidere da solo e con tutta ponderazione:

«Che cosa farò di Gesù?»


Non ha alcuna importanza la Chiesa alla quale appartieni, né se sei stato battezzato o se hai preso parte ai vari servizi di culto: quello che conta è il modo col quale tratti Gesù.

Sta a te prendere una decisione e ti scongiuro di farlo prima che sia troppo tardi.

«Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza» (2° Corinzi 6:2).

Non rimandare a domani questa decisione così importante, sai bene che domani potrebbe essere troppo tardi; si tratta del tuo destino eterno; della tua felicità o del tuo dolore eterno.

Quale sarà la tua decisione? Quando la prenderai?

Ricordati: se vuoi essere salvato devi accettare Gesù come tuo personale Salvatore; se Lo rigetterai, la tua perdizione eterna sarà certa.

Accetta Gesù, ed accettaLo in questo istante.